PROCEDURE E METODI DI CONTESTO DEI PROGETTI DI COMUNITA’
Quando è necessario attivare i progetti di Comunità? Alcuni possono essere attivati in modo preventivo per far crescere la cultura del confronto e del dialogo altri in caso di emergenze. Nella nostra scuola è attivo dal 2010 un modello sperimentato di intervento di comunità, costruito dalla commissione mista Scuola Comunità che, debitamente rivisto e aggiornato, può essere utilizzato come procedura “anti-incendio” ogni volta che ci troviamo di fronte a un’emergenza educativa. La struttura dell’intervento, già sperimentata in due occasioni, è costituita da alcuni criteri imprescindibili.
- Dare una comunicazione uguale e tempestiva per tutta la comunità scolastica
- Condividere il problema con gli adulti educatori che devono essere messi nella condizione, non di esecutori di una direttiva, ma devono avere gli strumenti e i materiali per poter fare emergere anche le perplessità e le incomprensioni, affinchè l’intervento con i ragazzi possa diventare un vero momento di confronto e di scambio argomentativo, creando autentiche occasioni di cambiamento.
- L’intervento deve entrare nel piano didattico senza che venga vissuto come una punizione ma costituendo un reale spazio di rielaborazione, senza provocare risposte stereotipate dettate dalla paura della sanzione che impediscono l’aumento della consapevolezza
- Concludere sempre l’intervento con un documento , una frase, una votazione o altro, che stabilisca qual è il comportamento e la regola sottostante positiva che si può agire in caso di situazioni analoghe
- Dare un “compito a casa”. Chiedere ai genitori di dare spazio alla discussione sulle considerazioni che i figli riporteranno da scuola. E che da casa riporteranno a scuola.
- Prevedere un incontro serale per i genitori con la messa a disposizione del materiale (letture, film, cartelloni delle classi ecc) utilizzati a scuola. Se ad esempio si fossero utilizzati degli spot pubblicitari sugli stereotipi sessuali, piuttosto che altri filmati, prevedere una visione insieme e un dibattito.
- Sapere che l’intervento per essere tale, e non solo la censura di un comportamento, deve essere ripetuto nel tempo e richiede un aggiornamento e una revisione costante
PROGETTO DI COMUNITA’ “ERRARE”
Dal 2012 a scuola è attivo un progetto per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze preparato dalla commissione mista “Scuola Comunità” che permette di affrontare nel corso del triennio, alcuni tra gli aspetti più diffusi della dipendenza approfondendo ogni anno un tipo: in prima il gioco d’azzardo e le ludopatie; in seconda gli alcoolici; in terza le sostanze psicotrope.
Il progetto che si avvale anche di apporti e partecipazione di esperti esterni, si mantiene coerente con il modello dei Progetti Comunitari attraverso il coinvolgimento di tutta la scuola, la partecipazione attiva dei ragazzi e il ruolo attivo e progettuale dei genitori. Attraverso esso appare chiaro come il coinvolgimento dei genitori sulla questione dei comportamenti a rischio non può ridursi a una collaborazione ma diventa cooprogettazione e autentica corresponsabilità educativa.
Dopo alcuni anni in cui i progetti marciavano su binari diversi, è emersa più forte la necessità di non vedere separati i temi e rendere complementari gli interventi. Si è quindi provato a concentrarsi non tanto sulle problematiche quanto sui denominatori comuni per affrontarle. Nel corso del tempo abbiamo verificato che le abilità (life skills) che si vanno a sviluppare e rinforzare con questa attività sono le stesse da implementare per promuovere stili di vita corretti e in generale per promuovere la salute. Come indicato in letteratura, le abilità interpersonali necessarie per sviluppare risposte assertive alla manipolazione esterna e alla pressione del gruppo, sono le stesse che si possono incontrare in diversi momenti della propria vita (bullismo; mobbing; dipendenza; salute sessuale; corretti stili di vita rispetto all’alimentazione e al movimento). Per questo motivo si è deciso di non tenere separati i due programma comunitari “Cyberbullismo ed Errare” ma di proporli integrandoli e intrecciando insieme le tematiche. Spostando l’attenzione quindi dal problema alle abilità che occorrono per affrontarlo.
PROGETTO DI COMUNITA’ “BULLISMO E CYBERBULLISMO”
Il tema del contrasto alle prepotenze, alle scorrettezze e alle vessazioni è presente nella storia della scuola fin dalle sue origini. Possiamo affermare perciò, ragionando per parole-chiave, che i termini che ci hanno permesso di gestire il fenomeno del bullismo e dei comportamenti scorretti in rete, erano già stati declinati tutti nel passato, come nuclei fondanti del modello educativo della scuola. Parole come: partecipazione, comunità, cittadinanza, democrazia, pari opportunità hanno rappresentato, da una parte, le colonne fondanti della scuola, ma al tempo stesso sono state le basi indispensabili per creare un clima scolastico che facesse della prevenzione al bullismo-cyberbullismo, un elemento di promozione della salute. Vi è uno stretto rapporto tra il contrasto del bullismo e l’attivazione di processi di responsabilizzazione democratica. Se il bullismo, infatti, è pratica di dispotismo, la sua cura consiste nell’esercitare la democrazia attraverso una didattica che vada oltre le singole attività in cui si esplica, ma le impregna tutte dalla prima all’ultima assumendola come prassi. Ciò avviene chiamando in causa: l'organizzazione della scuola, le pratiche didattiche, il curricolo implicito, le relazioni tra le varie componenti (alunni, insegnanti, genitori, personale non docente) e realizzando un clima che abbia come stile il rispetto reciproco verso le diversità e la valorizzazione dei vari tipi di intelligenza. La legge 71/17 con la definizione di policy scolastica ci permette di riconsiderare le varie attività, i metodi, le regole e i principi presenti a scuola come una cornice in cui i vari interventi fatti per ridurre e contrastare il bullismo, si inseriscono coerentemente nel quadro della nostra realtà. Tra essi i due programmi “comunitari” elaborati dalla commissione scuola comunità: “Progetto Cyberbullismo” (2011) e “Progetto Cyberbullismo revisionato” (2016)